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INFINITO PRESENTE

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Aura del leccio


Di cose che lasci
Pure scrritte tra varietà di
Cerchi e con riguardo
Al coro
Tranquille da labbra emergere, e 
Da strade lente con notte  
Da cupole incise dal tarlo,
Per quanto di più profondo
Dunque. Sebbene le porte
A migliaia erigi
Perché non si sprigioni
All'unica similitudine.

Ipnosi


Sorriso di prati, o drammi vuoti,
Dal colle cedri e baionette
Turchesi e morbide. È solo un sogno
E solo in questo spargimento il tempo
Scroscia al ragionevole
Pietrisco destinato
Ai sensi che s'attengono velati
All' andatura

Bianca, liquida in amore
Come occasione al limite
Che ha sudore per
Farsi evanescente
Quanto la follia disgiunta  
Di segni schizzati colla mezzaluna.

Sopra l'altro, adatto


Sopra l'altro, adatto
Alla catasta
A disagio
Di giunture - pensa il paesaggio -
Smorzando la calura
Che lo scorta
Della riva. Invece argomenta  
La riva del giardino burbera
E ogni favola rifiuta pellegrina
Appena notte. E inciampa
In questo modo
Senza odorare ai
Confini orizzontali in
Fondo al mare (di case).