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Confini convessi

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CONFINI CONVESSI

 

 

 

 
    fossa
Segnata e indiavolata
Forse come una sciarpa di parole

Decantate per follia,

Sgarbate per essere distinte

E disonorate da sciagure

Ormai. Io

Che vedo in una sporta così fonda

La stessa tentazione  

Lontana e per mano

Fatale, e combatto invano

Abbandonato dalla folla

Circoscritta dei pensieri, sono da altri

Fantasmi invero combattuto. Così bene

Condannano

Perciò a quelle catene logore

Ogni sera

A quest’altare cruento: vo senza volere

Essere pago

Ormai: per ogni cosa che dico,

D’ogni cosa pago.

   allora

Eccomi qui per te, caro contorno

Contorto e con il torto, se vogliamo, di

Essere smisurato; ma faccio per ridere,

Irriso, riso, sorriso: solo parole, lo so,

Tanto per dire, per non dispiacere

Neanche alla lingua avventata delle invenzioni.

Tetro, retro, vetro; vedrò tra questi

Teatri di parole se scegliere una parodia,

O altro; non per odio, oddio, solo per precauzione,

Per la dizione, per un’edizione. È come una

Lezione messa in nota, che si nota poiché

Nuota nella testa e in testa al testo marginale

Delle cose casuali eppure principali.

   quindi

Si è levato il vento

Adesso. Si leva il vetro

Spesso, ormai, lavato via

Dalla memoria opaca, cupa

Con essa anch’essa sembra sì

Slavata ora, la tua faccia di venti

Anni prima e la graziosa poltroncina

Non più mi sostiene sotto le scosse della

Bufera dei ricordi di ieri; adesso non faccio

Caso all’ozio, agli eventi di stasera in rima che

Ricama, richiama il sonno stesso che si sposa, pare

A questa figurina di fiera speciale e ricca in sfumature

Malinconiche e dorate che mi donasti allora, in fotografia.



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... Disillusione, speranza, scetticismo, fragilità del sentimento e del ricordo percorrono con diverse intonazioni gran parte dei testi sin qui ricordati: la complessità, costituita da tutte queste cose insieme è, invece, la cifra della poesia di Jean-Claude Pelli, che, discostandosi alquanto dai consueti canoni poetici, usa un linguaggio surreale e ironico che fa riflettere; una complessità che emerge, significativamente, dall’intimo di un personaggio qualunque, “forse come una sciarpa di parole / decantate per follia”. ...

                            Ottavio Gruber